Con la scusa del debito….

debito esplicito e implicito in Europa-lUn paio di anni fa, un serissimo Istituto di studi economici tedesco, la Fondazione Stiftung Marktwirtschaft che significa Economia di Mercato, condotto dall’economista Bernd Raffelhüschen, molto stimato in Germania e all’estero, ha pubblicato un report a dir poco sconcertante, nel quale si dimostra che l’Italia è sì inguaiata dai debiti, ma in realtà in proiezione futura sta molto meglio di tutti gli altri paesi europei Germana compresa. La sua ricerca è stata ripresa qualche tempo fa dal Neue Zürcher Zeitung (Nzz), il più prestigioso giornale della Svizzera tedesca che nella sua edizione tematica, l’ha ampliata aggiungendo anche la Svizzera all’elenco dei paesi esaminati nella ricerca di Raffelhüschen.

Non molto stranamente, mentre in Germania e in Svizzera la ricerca ha aperto un grande dibattito ed ha avuto l’eco mediatica che meritava, in Italia ne hanno parlato in pochissimi, e nessuno dei grandi giornali che si occupano di economia, o fanno finta di occuparsene. Questo è il link ad un articolo apparso su uno dei pochi periodici on line che hanno commentato la ricerca e questo un altro.

Non è strano affatto se si pensa ai contenuti del report. Nella ricerca si distingue, infatti, tra debito “esplicito” ovvero il debito esistente e conclamato dai titoli di stato in circolazione, e quello “implicito” ovvero il debito che non appare direttamente dai conti, ma che apparirà nel tempo a causa delle politiche economiche e degli oneri effettivi assunti dagli Stati relativamente alla loro spesa pubblica. Se si sommano le due componenti, ci si accorge che l’Italia è il paese in Europa che sta meglio di tutti, poiché ha almeno in chiaro gli oneri che si sommeranno nel prossimo futuro al debito attuale. La somma delle due componenti, infatti, porta il debito complessivo dello Stato al 146% del PIL attuale, mentre per la Germania la somma risulta essere il 192,6% del PIL, poco meno della virtuosa Finlandia che raggiunge il 195,2%. Stanno molto peggio sia la Francia con il 337,5% che l’opulenta Olanda, con il 494,6% , per non parlare della Spagna, con il 548,5% e la Grecia che raggiunge il 1.016,9% del PIL attuale. Gli altri paese europei li vedete nella scheda di questo articolo. Per la cronaca, la Svizzera è buona terza nella classifica in questione, e per la loro ricerca i conti dell’Italia stanno addirittura sotto lo zero, nel senso che a lungo termine il debito italiano sarà assorbito poiché gli impegni presi sono minori delle entrate previste.

Insomma, dire che stiamo bene è tutto relativo, poiché è chiaro che anche noi stiamo messi malissimo, ma gli altri paesi d’Europa stanno messi peggio di noi, molto peggio. Allora, per quale ragione i “mercati” attaccano tanto i bond italiani, anche quelli a medio e lungo termine, mentre considerano così appetibili i titoli di stato tedeschi, francesi e olandesi? Perché i nostri BOT e CCT sono considerati alla stregua dei titoli spazzatura, mentre i bond tedeschi vanno a ruba? Con la conseguenza che noi dobbiamo onerarci di interessi molto alti per piazzare i nostri titoli di Stato mentre la Germani non paga nulla o quasi? Senza considerare che americani, inglesi e giapponesi stanno messi molto peggio di noi e della Germania, eppure i loro titoli, con tutto il QE elargito a piene mani negli ultimi anni, pagano interessi bassissimi.

Orbene la risposta è semplice. Vi farò una domanda: c’è ancora qualcuno che dubita del fatto che le scelte di acquisto degli operatori finanziari si basano su considerazioni politiche piuttosto che finanziarie? Le aste dei titoli di stato sono gestite da un numero molto ristretto di banche: nel mercato primario sono in tutto venti, e in quello secondario sono 120, di cui solo alcune sono autorizzate a fare il prezzo (market makers). C’è ancora qualcuno che ha la faccia tosta di chiamare questo schifo di potere e questa banda di rapinatori “mercato”? E quale prova più evidente di questa del servilismo e della subordinazione dei nostri politici, per non parlare dei principali media del nostro sventurato paese, ai poteri forti della finanza mondiale, e della Germania in Europa? Ancora dubbi su questo?

6 pensieri riguardo “Con la scusa del debito….

    1. Il sistema migliore è quello tedesco: se i titoli restano invenduti rimangono collocati presso la Bundesbank che li può vendere liberamente, per conto del Tesoro sul mercato secondario, dove essa stessa può comprare. Non si capisce per quale ragione Bankitalia non fa lo stesso. Con il mercato aperto, che poi sarebbe il secondario di seconda istanza, ci sarebbero molti più potenziali offerenti, non solo le cinque o sei banche delle venti accreditate che partecipano alle aste e che il prezzo lo decidono nel banking shadow. Comunque la giri, è il sistema del debito pubblico ad essere un assurdo, poiché comporta solo un enorme trasferimento di ricchezza verso i detentori di strumenti finanziari e non preserva da nulla.

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      1. Fino all’inizio degli anni ’80 per quanto ne sappia io in Italia vigeva un sistema non dissimile da quello tedesco, o forse anche migliore: la Banca d’Italia provvedeva a piazzare i titoli invenduti alle aste tramite le banche pubbliche collocatarie, a un tasso di interesse minimo. Poi il ministro Andreatta e il governatore Ciampi decisero diversamente, e i titoli invenduti vennero collocati sul mercato aperto, facendo lievitare i tassi di interesse. Il che, certamente, ha determinato la fortuna di molti patrimoni… e una crescita del debito pubblico italiano altissima. Per quanto io ne sappia, oggi Bankitalia in effetti detiene nel proprio portafoglio-titoli una certa quantità di titoli di stato italiani, ma in misura talmente esigua da essere ininfluente sull’andamento del debito pubblico.

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  1. Si la riflessione sembra dotata di senso, ma il debito implicito quando apparirà e per effetto di cosa? Certo, che la speculazione finanziaria sia sempre su basi anche politiche, almeno da parte dei grandi operatori, si dice da tanto tempo, e magari è pure vero, ma la questione è che il POTERE finanziario detiene i destini delle economie mondiali e dunque dei cittadini e degli stessi governi. C’è un modo per venirne fuori? Come può la politica governare la finanza e controllare la speculazione finanziaria che è anche speculazione politica? E dove risiede e da chi è composta la cupola? Dobbiamo veramente pensare che ci sono poche famiglie che decidono su tutti e su tutto?

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  2. Io dubbi non ne ho mai avuti. Mi hanno perfino preso per visionario quando dicevo queste cose anni addietro e tutt’ora, la cerchia dei miei amici benpensanti compiacenti mi guardano con sospetto e, quando parlo, hanno sempre impresso quel sorrisino che mal cela quella specie di compatimento che si ha nei riguardi di chi, si ritiene essere culturalmente ipodotato…

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