La guerra americana all’Europa: cosa implica l’attacco del NY Times alla Von der Leyen

La notizia della causa intentata dal New York Times davanti alla Corte di Giustizia Europea contro la Von der Leyen e la Dirigenza della Commissione Europea di cui la tedesca dalle nobili origini è presidente, è caduta come una bomba sui tavoli delle redazioni dei giornali di mezzo mondo e su quelli della politica europea e internazionale. E non una bomba qualsiasi, ma la Bomba Moab, “Mother Of All Bombs“, che gli americani hanno tirato in testa ai ribelli afgani pensando di distruggerli, e sapete tutti com’è andata a finire. Il piccolo particolare è che, com’è accaduto a molte bombe lanciate dai bombardieri americani durante una qualunque delle innumerevoli guerre che hanno condotto in giro per il mondo, la bomba ancorché sia stata innescata, ancora non è esplosa su nessuno dei tavoli sui quali è caduta. E la cosa interessante è che nessuno osa avvicinarla per paura, appunto, che esploda innescando una reazione a catena di ulteriori irreversibili esplosioni. Ma che cosa è successo realmente? E per quale ragione un quotidiano prestigioso come il NY Times ha deciso di attaccare a testa bassa la Presidente della Commissione Europea davanti alle massime istituzioni giudiziarie della EU?

Gli americani hanno presentato un ricorso contro la Von der Leyen e la Commissione Europea per non aver reso pubblici i messaggi che la stessa presidente si è scambiata con l’Amministratore Delegato della Pfeizer, Albert Bourla, durante i mesi della trattativa per l’ac1quisto da parte della EU dei vaccini prodotti dalla multinazionale americana per il Covid 19. Una trattativa alquanto impegnativa, dato che sono state acquistate dalla UE 4,2 miliardi di dosi di vaccino, vale a dire dieci per ogni cittadino europeo (!!), al modico prezzo di oltre 71 miliardi di euro. E scusate se è poco. Una trattativa e un contratto che sarebbe dovuta passare al vaglio molto attento di diverse istituzioni europee oltre che delle popolazioni, tenute bellamente all’oscuro di tutto. L’importo erogato alla Pfizer è maggiore del PIL dei chihuahua baltici Estonia e Lettonia che, messi insieme, arrivano a 65 miliardi di euro e il rischio di fatti o atti corruttivi è in re ipsa come dicevano i latini. D’altra parte la Pfeizer non è un’associazione benefica, ma un’accolita di delinquenti già più volte condannata per innumerevoli fatti di corruzione e di pratiche ingannevoli, che hanno causato innumerevoli danni alle persone coinvolte e per le quali la multinazionale americana ha ricevuto sanzioni per qualche miliardo di dollari dalle autorità americane e di altre parti del mondo. In proposito leggetevi questo mio articolo di qualche tempo fa sulle gesta dei dirigenti Pfeizer e le sanzioni che gli sono state inflitte. A maggior ragione, quindi, la poco nobile donna a capo della Commissione europea avrebbe dovuto porre la massima attenzione a rendere pubblico ogni passaggio di questa trattativa, che l’ha vista prediligere una delle componenti di BigPharma a tutte le altre per l’acquisto dei discussi vaccini contro il Covid. E invece, niente del genere. La commissaria alla Trasparenza per l’Unione europea, Vera Jourová, aveva risposto che questi potevano essere stati cancellati a causa della loro “natura effimera”. Ora, qualcuno dovrebbe spiegare a questi signori che la natura “effimera o personale” dei messaggi dovrebbe parimenti essere verificata da una qualche istituzione indipendente, ad esempio la Magistratura europea che, in effetti, ci ha provato ma senza ottenere una risposta diversa. Ci hanno provato anche un paio di influenti giornali tedeschi, ma anche qui le risposte delle Commissione europea sono state inconsistenti. La Procura Europea ha avviato da tempo un’inchiesta (per la banale ragione che non ne poteva proprio fare a meno), ma questa si scontra con lo stesso muro di gomma eretto dalla Commissione Europea e dalla commissaria alla trasparenza. Chiamato a testimoniare davanti al Parlamento Europeo, quel “bourlone” di Bourla si è rifiutato di andare all’audizione fissata per il 10 ottobre 2022, ed ha mandato al suo posto Janine Small, la dirigente della Pfeizer che si occupa dello sviluppo dei mercati internazionali e che ha candidamente ammesso che non c’era stato tempo per sperimentare il vaccino data l’urgenza di metterlo in produzione e che comunque i vaccini non fermano il contagio (contrariamente a quanto sostenuto da molti governi compreso il nostro, per emanare norme particolarmente restrittive per chi non si sottopone alla vaccnazione).

La direzione del NY Times, chiamata a commentare la notizia, ha laconicamente detto; “Presentiamo molte richieste di accesso a documenti di interesse pubblico. Non possiamo fare commenti questa volta sul soggetto al centro della causa”. In sostanza hanno detto che la bomba sta lì e loro hanno in mano la spoletta per innescarla (un po’ come Biden ha innescato le bombe che hanno distrutto il North Stream secondo l’inchiesta del premio Pulitzer, Hersh). Una notizia così avrebbe dovuto scatenare articoli sui giornali, inchieste parallele, richieste di dimissioni, interventi delle magistrature nazionali, scioperi, manifestazioni e raccolte di firme. E invece niente, il silenzio e l’oblio è caduto su questa vicenda, bruciata dai giornali con un titoletto a mezza pagina e subito fatta scomparire. L’imbarazzo dei servitorelli sciocchi dei giornalisti europei (tranne qualcuno, ma sono davvero pochi) è tangibile: ma per quale ragione gli americani se la prendono con la comandante in capo della guerra europea alla Russia e, dopo lo scandalo Qatargate cercano di aprirne un altro, decisamente più potente e devastante? Già il Qatargate, quanti articoli, inchieste, perquisizioni, arresti, interrogatori sequestri e quant’altro per far volare qualche straccio, ovvero qualche centinaio di migliaia di euro di provenienza e funzione, per la verità, ancora molto oscura. Per la Pfeizer, invece, niente di niente, e stiamo parlando di contratti per 71 miliardi di euro. Nemmeno una domanda, un dubbio, una verifica, figuriamoci un’inchiesta. La Von der Leyen non si tocca. O no?

Perché gli americani hanno preso di mira questa operazione? Possiamo solo fare delle ipotesi. Prima ipotesi: l‘attacco è stato suggerito dalle altre componenti di BigPharma (Novartis, Johnson & Johnson, Merck & Co, eccetera) che in Europa hanno venduto pochissimo e che sono stufe delle pratiche corruttive della Pfeizer. (Detto francamente a me sembra l’idea più probabile; va bene che per gli affari è tutto lecito, ma stavolta Pfeizer ha esagerato).

Seconda ipotesi: I falchi americani hanno avviato la campagna per far cessare la guerra in Ucraina, per via della necessità di preparare la prossima guerra alla Cina, e hanno cominciato a menare colpi ai neocons che sostengono la guerra alla Russia. Allo stesso tempo, l’idea è di dare un colpo violento alle Istituzioni europee, cui viene detto per le vie brevi che le carte degli scandali le hanno in mano gli americani. Con la duplice conseguenza che il comando delle operazioni deve andare necessariamente alla Nato, che è l’unica struttura di comando affidabile (per gli Usa) e che la UE se ne deve andare in quel posto dove ce l’ha mandata a suo tempo la Victoria Nuland. D’altra parte. se devi fare la guerra i pupazzi alla Von der Leyen, Borrell, Metsola e quanti altri non servono più a niente ed è meglio che si tolgano di mezzo. Se è vero, nelle prossime settimane arriveranno attacchi anche a Borrell e qualche altro personaggio della Ue. Francamente mi aspetto un attacco proprio a Borrell, che nel 2019 fece gli accordi con il Qatar per aprire lì una sede della UE. E poi Borrell è un servo proprio stupido e arrogante, e la sua figura non è più funzionale alla causa nemmeno dei neocons.

Terza ipotesi: L’attacco è un episodio non da poco della guerra Usa alla UE per toglierla definitivamente di torno insieme all’Euro e d istituzioni che potrebbero riprendere i rapporti con la Russia e/o con la Cina, se gli americani mollano un poco la presa per occuparsi della guerra nel Pacifico. D’altra parte la Von der Leyen è tedesca ed è proprio la Germania nel mirino, come è chiaro anche dall’attacco al North Stream. Le vicende dei Leopard sì, Leopard no, Leopard forse ma non si sa né quanti né quando, non sono tollerabili se devi fare la guerra. E che il comando, appunto, lo prenda la Nato direttamente e i paesi zitti e sotto a lavorare e mandare i propri giovani a morire nel tritacarne ucraino.

Quarta ipotesi: Si tratta di giornalismo vero che attacca i poteri forti come Hersh ha attaccato Biden per la vicenda del North Stream e cerca di fare presa su quella consistente parte dell’elettorato Usa che ha votato e voterà Trump in odio al potere finanziario. Beh, non ci credo, i giornalisti veri sono rimasti in pochi e si contano sulle dita di una mano mozza.

Quindi fate voi, magari ci possono essere anche altre ipotesi possibili. Intanto la bomba madre di tutte le bombe sta lì in agguato e pronta ad essere innescata ed esplodere. tappiamoci le orecchie….

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