pandemia, vaccini, politica, scienza e superstizione

Non ho mai scritto niente sulle vicende della pandemia e di come viene trattata nel mediatico, dal governo, sui media e sui social, per la banale ragione che mi sembrava più urgente affrontare gli aspetti economici dei provvedimenti del governo italiano e di quelli dei governi di tutto il mondo, che entrare in un vespaio di polemiche per lo più inutili, demagogiche e pretestuose. Ora che è arrivato il primo delle decine di vaccini in costruzione / sperimentazione nel mondo, e visto quello che sta succedendo intorno a questo vaccino, mi è venuta la voglia di dire la mia. Come al solito dirò quello che penso senza curarmi delle conseguenze. Ho sempre fatto così nella mia vita, e per me la cosa più importante è riuscire a guardarmi allo specchio la mattina quando faccio la barba senza avere l’impulso irresistibile di sputarmi in faccia.

Cominciamo daccapo. Questa del Covid 19 non è la prima pandemia che affligge l’umanità. Ce ne sono state molte altre, anzi possiamo dire che ci sono stati più periodi nella storia con pandemie più o meno conclamate che senza. A partire da quella che nel 429 a.c. colpì Atene che perse il suo principe Pericle e la guerra del Peloponneso, alla peste di Giustiniano che nel 541 d.c. uccise almeno il 40% degli abitanti della città, come ci racconta Procopio di Cesarea e che causò in diverse ondate nei paesi del mediterraneo a 50 a 100 milioni di morti contribuendo non poco al ridimensionamento delle mire bizantine sui domini che già furono dell’Impero Romano. E poi la peste nera, che nel 1347 cominciò ad invadere il mondo occidentale causando anch’essa decine di milioni di morti senza risparmiare nemmeno i governanti, se a causa della morte di essi Svezia e Norvegia si riunirono sotto la corona danese guidata dall’unica superstite Margherita I di Danimarca. Innumerevoli città persero più della metà dei loro abitanti e alcune furono letteralmente spazzate via dalla pandemia. Ci vollero alcuni secolo perché l’Europa tornasse ad avere un numero di abitanti pari a quello che c’era prima della pandemia di peste. Tra queste, e dopo di queste, innumerevoli altri episodi di pandemia, per morbi che non furono solo la peste nera, ma anche altre pestilenze come il colera, il vaiolo, il tifo, forse forme influenzali gravi come la spagnola che ai primi del ‘900 uccise diversi milioni di persone in Europa. La pestilenza che nel 293 a.c. indusse il Senato di Roma a mandare una delegazione a prendere una statua di Esculapio per avere buoni consigli dal dio della medicina, fu probabilmente un’epidemia di colera dovuta al fatto che i pozzi dei romani erano tutti inquinati poiché non c’era ancora alcun sistema di separazione delle acque nere e di quelle per uso alimentare. Quando la delegazione tornò, il serpentello che era uscito dal tempio di Esculapio per imbarcarsi sulla nave dei romani, decise di scendere all’Isola Tiberina e di scomparire in un pozzo che era nell’isola. Il Senato decise che l’acqua da bere era quella poiché era stata benedetta dal dio Esculapio, di cui il serpentello era un simbolo, e in effetti dopo poco, l’epidemia scomparve, per la banale ragione che il pozzo traeva la sua acqua dal Tevere che aveva acque certamente meno inquinate in quanto correnti. Ovviamente Tito Livio attribuisce la scomparsa dell’epidemia alla decisione del Senato di costruire un tempio al dio Esculapio! Anche quando la peste di Giustiniano arrivò a Roma nel 590, il Papa organizzò una processione per ingraziarsi il Dio dei cristiani e un Angelo comparve sulla Mole Adrianea nell’atto di rinfoderare la spada, segno che fu interpretato come la fine dell’epidemia sconfitta dall’Angelo. Da allora, la tomba di Adriano fu denominata Castel Sant’Angelo e divenne una fortezza dei Papi. E che dire della decisione del Senato di Venezia del 1576 di erigere una chiesa al Cristo Redentore per ringraziarlo di aver liberato Venezia dalla pestilenza di quegli anni? Le reazioni della gente erano spesso del tutto irrazionali: a parte i pochi fortunati che avevano una casa in campagna dove andavano a rifugiarsi sperando di sfuggire al morbo, ci furono in tutta Europa pogrom contro gli ebrei accusati di aver inquinato i pozzi deliberatamente per diffondere la pestilenza con decine di migliaia di uccisi per l’assurda rabbia popolare condannata persino dalla Chiesa che comunque, gli ebrei li aveva iscritti di autorità con il primo Giubileo, tra i dannati per definizione. I provvedimenti in campo sanitario dei governi furono del tutto inefficaci e d’altra parte la medicina di allora non aveva la più pallida idea né di come nascesse e si diffondesse la pestilenza né di come curarla. Si andava da improbabili salassi, secondo la scienza di Galeno, ad ancora più improbabili fumigazioni con infusi di erbe aromatiche, fermo restando che ai medici era imposto di invitare i loro pazienti a confessarsi con la speranza che liberandosi dai loro peccati la salute fisica avrebbe avuto un miglioramento come quello della salute dell’anima. Un provvedimento in astratto corretto fu preso dai Veneziani che imposero la “quarantina” alle navi in arrivo, da cui poi la pratica della quarantena adottata da tutti successivamente. Peccato che la quarantena impediva alle persone di scendere a terra ma non era certo rispettata né dai topi né dalle pulci responsabili, con ogni probabilità, della peste nera. e poi la peste di Milano del 1630, che Manzoni descrisse nei suoi Promessi Sposi, e l’influenza Spagnola che mieté milioni di vittime in tutta Europa tra la prima e la seconda guerra mondiale.

Insomma, le pandemie non sono certo una novità, ma le generazioni del secondo dopoguerra non ne hanno alcun ricordo personale per la semplice ragione che la medicina da allora ha fatto passi giganteschi e le cure preventive e sintomatiche trovate dall’industria farmaceutica hanno debellato completamente la maggior parte dei morbi che nei secolo passati causavano milioni di morti. Ma, come accadeva in passato, nuove patologie nascono continuamente per mille diverse ragioni, non ultimo il trattamento demenziale e suicida che riserviamo alla natura che, a sua volta, non è che abbia trattato con i guanti bianchi i nostri antenati. Che poi la medicina, nella società del capitalismo finanziario, persegua il profitto è una contraddizione da risolvere, ma non ci autorizza a pensare che le malattie vengano diffuse allo scopo di vendere le medicine. Così come l’allarme lanciato anni fa da Bill Gates sulla possibilità di pandemie devastanti, e che viene da una banale lettura della storia dell’umanità e dei suoi rapporti conflittuali con le stirpi del virus, non ci autorizza a pensare che Gates sia l’artefice perverso di tali virus con l’obiettivo di ridurre la popolazione del mondo ad uso e consumo dei ricchissimi della terra o della cupola che reggerebbe le sorti del mondo intero all’insaputa di tutti e alla faccia delle democrazie del mondo. Ma insomma, di Bill Gates penso il peggio ogni volta che Windows si pianta o combina sfracelli, il che succede abbastanza spesso, anche se meno di prima. Sono passato a Linux per un periodo, ma per ragioni di lavoro ho dovuto poi riprendere Windows poiché non è facile accedere ai programmi di gestione informatica del Ministero della Giustizia che girano tutti su piattaforma Microsoft. Quindi la sua dose di accidenti continua a prendersela, ma da qui ad accusarlo di voler sterminare l’umanità con un meccanismo così perverso quanto inutile ce ne corre.

Che poi il potere politico tenda a cavalcare gli eventi catastrofici come le pandemie per rafforzarsi, se ci riesce, è una ovvietà, stante la natura del potere e i suoi fini. E così dal Senato Romano che fece erigere un tempio ad Esculapio al Senato di Venezia che decise di costruire la chiesa del Cristo Redentore, in tutte le pandemie i governi cercarono di rafforzarsi o quanto meno di non perdere consensi andando incontro ai desideri e alle speranze del popolino. Ma chi potrebbe mai pensare seriamente che Esculapio o la Chiesa del Redentore, così come l’Angelo apparso sulla tomba di Adriano abbiano avuto un qualche effetto sulle pandemie? La gente era però contenta e il governo andava avanti. Così come le persecuzioni degli ebrei furono alimentate dall’ignoranza, dalla superstizione e dalla demagogia di certi governi e di certe figure religiose che nella guerra contro gli ebrei avevano fatto la loro fortuna. Ci sarebbe da mettersi a ridere se non ci fossero stati di mezzo qualche centinaia di migliaia di morti per queste assurde persecuzioni. Qualcuno ha dubbi in proposito?

E che il sistema farmaceutico faccia il suo mestiere, nella società del capitale finanziario dove le case farmaceutiche sono quotate in borsa e devono garantire profitti ai loro azionisti, è altrettanto ovvio e banale. Ed è anche ovvio che pure questa è una stortura del nostro sistema, così come è una stortura il fatto che si faccia profitto sulle mascherine, sui guanti, sulle tute e pure sui vaccini e che questo porti sfiducia, corruzione, inchieste e tutto il seguito che siamo abituati a vedere laddove girano un bel po’ di soldi.

Tornando al nostro Covid 19, cercherò di fare un po’ di chiarezza. Si è discusso a lungo sull’origine naturale del virus, che alla fine è stata accettata quasi da tutti. D’altra parte nessuno stato al mondo potrebbe pensare di usare come arma un virus così invasivo, e se ci fosse stato un incidente, e una variante artificiale del virus fosse sfuggita da qualche laboratorio, nessuno lo ammetterà mai. Nessuno stato al mondo potrebbe sostenere le richieste di risarcimento che pioverebbero da tutto il mondo sullo stato in cui si fosse verificato un simile incidente. Probabilmente, quindi, non lo sapremo mai, nemmeno tra qualche centinaio di anni, poiché per la maggior parte degli ordinamenti, i processi per strage sono imprescrittibili.

IL Covid 19 fu presa inizialmente per una forma acuta di polmonite e trattata come tale. Solo quando furono fatte, con colpevole ritardo, le autopsie delle vittime del Covid, si scoprì che la causa dei decessi era stata la “tempesta di citochine” ovvero una reazione spropositata del sistema immunitario indotta dal virus e che per questa ragione le cure adottate per profilassi della polmonite si erano rivelate inefficaci se non controproducenti, come ad esempio l’intubazione dei pazienti che favoriva l’aggravarsi della tempesta invece di bloccarla.

Adesso ne sappiamo qualcosa di più, ma non molto, purtroppo, e la cosa migliore è non prendere il virus. Di qui le prescrizioni sul distanziamento sociale, sulle mascherine, sugli assembramenti eccetera che, per quanto invise e “poco umane” sembrano al momento efficaci per contenere la diffusione della pandemia. Per prevenire la tempesta di citochine, che segna la fase 2 dello sviluppo della malattia, potrebbe essere sufficiente prendere tempestivamente degli efficaci antinfiammatori, ma il problema è che occorrerebbe farlo ai primi sintomi e questi si confondono spesso con quelli di una banale influenza o di altre patologie. Insomma, una febbriciattola e un po’ di tosse e raffreddore non sono indizi sufficienti per capire se si è contratto il virus, e prendere antinfiammatori al primo starnuto potrebbe avere conseguenze indesiderate sotto altri aspetti. Non ne sappiamo molto, dicevo. Non sappiamo perché alcune persone prendono il virus e lo passano senza avere alcun sintomo, ed altre invece lo sviluppano con tanta forza da rimetterci la pelle. Non sappiamo nemmeno se i vaccini in costruzione possano definirsi davvero efficaci per bloccare definitivamente la circolazione della malattia o meno. Sin da quando Pasteur inoculò al giovane Joseph Meister il suo metodo per curare la rabbia, ottenendone la guarigione che allora fu definita miracolosa, sappiamo che per una vaccinazione di massa è necessario fare test per almeno un paio di anni valutando la reazione degli innumerevoli ceppi umani al vaccino anche in relazione alle patologie preesistenti e che possono cambiare l’azione standard del vaccino. Qui c’è molta fretta, perché è essenziale per l’economia del mondo tornare alla normalità dei rapporti e degli scambi. Se considerate l’importanza che ha il turismo nella maggior parte delle economie occidentali capirete la fretta, prima che gli alberghi, le compagnie aeree, i resort turistici, i locali di intrattenimento e tutto quello che serve per rendere piacevole e gradita una bella vacanza chiudano definitivamente creando reazioni di fallimenti a catena. Sugli effetti del pandemia per l’economia ho parlato a lungo in altri post, e farò altre considerazioni più specifiche in un altro articolo. Ci sono delle novità interessanti,

La fretta per ottenere la vaccinazione di massa e il ritorno alla normalità, tuttavia, non supera i problemi, anzi può semmai aggravarli. Nel 1976, a fronte del pericolo di diffusione di una grave forma di influenza suina, il Presidente Ford si sottopose egli stesso al vaccino e ordinò la vaccinazione di massa della popolazione. Quando erano stati vaccinati quasi un terzo degli americani vennero fuori numerosi casi di morti per gli effetti collaterali del vaccino non testato a sufficienza, e la vaccinazione fu sospesa. Il virus scomparve da solo così come era apparso, ma il Tesoro americano fu subissato da richieste di danni di parenti di persone uccise dal vaccino e di vaccinati che avevano avuto gravi conseguenze per la loro salute. Ma a parte gli aspetti economici (che tuttavia non sono da sottovalutare mai in una società in cui il capitale vale più della vita umana), il problema è che senza test probanti questa vaccinazione forzata sembra davvero molto rischiosa. Per decidere se vaccinarmi o meno, visto che appartengo a una delle categorie a rischio in quanto anziano e alquanto malridotto, ho cercato nel bugiardino della Pfizer notizie sugli effetti collaterali del vaccino sulle persone immunodepresse. Ho trovato solo che non sono stati fatti i test e che il rischio è che il vaccino non sia efficace per questa categoria di persone. Nemmeno sul sito della Fondazione Veronesi ho trovato conforto, si dice che non si hanno notizie ancora e che si aspettano i risultati dei vaccini sulle persone immunodepresse per comprenderne l’efficacia e le controindicazioni. Morale, voi che farete al mio posto? Io non mi vaccinerò, e aspetterò che esca qualche risultato utile a comprenderne l’efficacia nel caso che mi riguarda. Potrebbe anche darsi che, visto che prendo quotidianamente immunosoppressori proprio per evitare le reazioni spropositate del mio sistema immunitario (nel mio caso per il morbo di Crohn), io sia immune dalla tempesta di citochine, che è appunto una reazione spropositata del sistema immunitario, e che quindi se contraggo il virus potrei assumerlo come una qualsiasi banale influenza senza altri effetti collaterali. E chi lo sa. Come non si conoscono gli effetti delle altre decine di migliaia di patologie che affliggono gli esseri umani e che la medicina in qualche modo riesce a tenere a bada allungando la vita media in modo consistente. A chi se la prende con i medici e con le case farmaceutiche, ricordo che all’epoca di Roma la vita media era di circa 40 anni, e che se ora è arrivata a oltre il doppio non è per un caso. Il che non significa che l’orientamento al profitto delle case farmaceutiche e la corruzione diffusa nella classe di medici spesso ignari del giuramento di Ippocrate siano da accettare supinamente, anzi. Ma che diamine, la storia serve a ricordare come stavamo e come stiamo ora, e ringrazio chi di dovere per essere nato in questa epoca e non nei secoli passati. Solo sessant’anni fa sarei già morto da un pezzo perché la mia malattia era poco conosciuta e tanto meno era operabile. E se sto qui a rompervi le scatole lo dovete al professor Speranza del Policlinico che una trentina di anni fa mi ha operato dal Crohn e ai radiologi che l’hanno individuato con le tecniche che già allora facevano miracoli, nonché alle case farmaceutiche che hanno elaborato e creato gli immunosoppressori che mi hanno tenuto in equilibrio (più o meno precario) fino ad ora. Una ragione in più per prendersela con loro? Può darsi che avete ragione…

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