La parola d’ordine imperante, ora, è dare un taglio alle spese. Cominciando dai Parlamentari, tutti a 2.500 euro al mese, così danno il buon esempio, invece di rappresentare lo spreco, il privilegio, l’ingiustizia distributiva per antonomasia. D’altra parte bisogna cominciare dalla testa e tagliando gli stipendi ed i rimborsi ai parlamentari si risparmiano un centinaio di milioni che possono servire a fare altro. Poi direi che occorre passare, senza fermarsi, al taglio degli stipendi dei rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni, che pure sono elevati e senza giustificazione alcuna. Anzi, per la verità, le Province vanno proprio eliminate e le loro funzioni assorbite dalle Regioni, così si riducono il numero dei rappresentanti e i loro sprechi.E già qui il risparmio sarebbe di qualche centinaio di milioni.
Ma non ci si può fermare qui, perché sarebbe pura demagogia. Ci sono da tagliare di brutto gli stipendi degli alti manager dello Stato, tra cui i magistrati, i cui emolumenti sono agganciati a quelli dei deputati.
Diciamo che li mettiamo tutti a 2.500 euro al mese, altrimenti ci sarebbe una sperequazione eccessiva rispetto ai deputati che pure sono rappresentanti del popolo. Perché mai un dirigente dovrebbe prenderne 7/8.000 di stipendio se un rappresentante del popolo ne guadagna 2.500 al mese? Senza parlare di quei dirigenti che hanno raggiunto emolumenti di decine di migliaia di euro al mese, del tutto privi di giustificazione in una situazione come l’attuale. Se bisogna tagliare, bisogna farlo bene. Insomma, alla fine della sforbiciata generale, il risparmio sarebbe di almeno tre o quattro miliardi all’anno, dei quali i cento milioni dei deputati rappresentano la punta dell’iceberg, come vedete.
Dopo aver dato questa vigorosa ripulita, che voglio esagerare, comporta un risparmio di cinque miliardi di euro, destiniamo questa somma al pagamento degli interessi sul debito pubblico che sarà di oltre 100 miliardi quest’anno e ci prenderemo la medaglia da Standard’s & Poor e da Moody’s. Fitch ha già fatto il downgrade dei titoli italiani e magari ci ripensa, chissà. Ci prendiamo la medaglia perché è esattamente quello che vogliono: taglio generale dei salari e degli stipendi, risparmio su tutto, concorrenza spietata ai cinesi ed agli indiani sui salari e pagamento assicurato degli interessi che sono loro dovuti. Già perché nessuno discute che sono dovuti, vero? Non sia mai che a qualcuno venisse in testa di dire che gli interessi sono illegittimi o peggio che il debito è illegittimo! Dobbiamo pagare tutto fino all’ultimo centesimo di euro, mica possiamo perdere definitivamente la fiducia nei mercati e nei nostri creditori, che già ci credono poco e per questo vogliono di più, sempre di più, molto di più! Ma fanno bene, se di un debitore non ci si può fidare è giusto che venga tosato con tassi di interesse che crescono a dismisura, com’è capitato a quei fannulloni e scialacquatori dei greci, che hanno visto decuplicare i tassi di interesse, e gli è andata pure bene!
Ma torniamo a noi. Quindi, dopo la cura lacrime e sangue dei boiardi di Stato e dei loro manutengoli, messi a stecchetta a 2.500 euro al mese giù fino a 1.500 nessuno potrà dire niente se ad un precario vengono proposti 500 euro. Un divario di cinque volte il reddito minimo c’è in tutte le socialdemocrazie occidentali dove, anzi, il divario massimo (Svezia e Norvegia) era di dieci volte il reddito minimo. ma diciamo che non è giusto e che quindi il minimo dovrà essere di 800 euro al mese. Più di questo, ragazzi non si può fare, mi spiace.
Beh bisogna fare un po’ di leggi in proposito e superare qualche problema spinoso come quello dei diritti quesiti, ma sarà il caso di mettere a dieta anche i giudici della corte Costituzionale, visto che i magistrati ordinari già stanno nel pacchetto risparmio. Tutti a dieta e in bicicletta che fa bene alla salute ed alla qualità dell’aria! Senza le auto blu a Roma si vedrebbe il cielo azzurro!
Abbiamo quindi risparmiato cinque miliardi, e tagliando gli emolumenti degli impiegati di stato, regioni, province e comuni recuperiamo altri cinque miliardi. Magnifico! Però gli altri novanta che servono per pagare gli interessi sul debito da dove li prendiamo? Adesso sono quelli che portano in deficit il bilancio annuale, che senza interessi, sarebbe in attivo (il cosiddetto avanzo primario). E che si fa?
Non sarebbe forse il caso di ripensare al meccanismo del denaro, visto che ci costa una cifra così elevata tutti gli anni? Perché se ci fermiamo ai tagli, abbiamo solo fatto un bell’esercizio di demagogia ipocrita. Il paese va moralizzato, e forse occorre esagerare per farlo e riportare tutti alla realtà. Stiamo esagerando, ragazzi, ma è per il vostro bene. Dobbiamo esserne consapevoli, però, altrimenti, passata la buriana dei tagli, i problemi veri restano tutti sul tappeto ed abbiamo solo fatto ridere i nostri signori strozzini che si divertono un mondo con gente che cerca disperatamente il bruscolino e non vede il trave nell’occhio. I bruscolini vanno tolti, certo, e la corruzione, il privilegio, il profitto illecito, la sperequazione intollerabile, vanno eliminati. Proseguendo, poi, per le società private, per i professionisti, per la spesa pubblica, per gli appalti e per tutto quello che nasconde insidie, trabocchetti, corrotti e corruttori. Qui ormai si pagano tangenti anche per ottenere il più semplice dei diritti, è ora di farla finita con questo ignobile andazzo. L’onestà anzitutto e che l’esempio venga dall’alto, cominciando appunto dai deputati e dai senatori della Repubblica. Non c’è alcuna ragione per cui l’Italia non stia tra i primi posti della classifica del paesi virtuosi, quelli con un tasso di corruzione basso o inesistente. Stiamo quasi in fondo alla classifica, invece.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare il problema dei problemi, ovvero il debito. Se no staremmo lavorando per il Re di Prussia, come si dice. Tagliamo, rifondiamo lo Stato, torniamo a respirare aria pulita e tutto questo per pagare gli interessi agli usurai internazionali che giocano con il nostro debito pubblico? E con la fame delle famiglie e delle imprese? Già perché ci hanno ridotti alla fame, famiglie e imprese, oltre che lo Stato. Quest’anno, su circa 5.000 miliardi di debiti del debito aggregato, sono cinquemila miliardi e crescono ogni giorno, ragazzi, tra Stato, enti locali, imprese e famiglie pagheremo circa 400 miliardi di interessi, ovvero un poco più di un quarto del PIL. Questa cifra non la trovate da nessuna parte, non esistono dati aggregati in proposito. Ma il calcolo è semplice: l’8% di interesse su tutto il debito è una cifra ragionevole, considerando che i tassi reali superano il 10% per molte imprese e famiglie. Se quindi sui 2.000 miliardi del debito pubblico pagheremo oltre 100 miliardi di interessi, sui 3.000 del resto stimare 300 miliardi tra interessi, more, spese ed altro non è eccessivo. Una buona metà del PIL se ne andrà per i Cittadini che lavorano a pagare le tasse, che grosso modo quotano 800 miliardi. Insomma, restano per il reddito poco più o poco meno di 400 miliardi per tutti gli italiani, tranne che per quelli che hanno una rendita finanziaria supplementare.
Va bene tutto, tagliamo, risparmiamo, bonifichiamo, purifichiamo. Anche a costo di mandarci di mezzo qualcuno che non c’entra niente, salvo poi a chiedergli scusa. Succede sempre in tutte le rivoluzioni che saltino teste di innocenti, insieme a quelle dei colpevoli. Quando si tagliano teste non si deve andare troppo per il sottile, purtroppo. Ma intanto, occupiamoci pure del problema, ovvero del debito. Perché senza il debito saremmo tutti molto più ricchi e tutto funzionerebbe molto meglio. Sarebbe certamente più semplice lottare contro la corruzione se la gente avesse di che vivere dignitosamente, perché questo è l’obiettivo che dobbiamo prefiggerci. Sapete che il 70% della gente va in galera per necessità? Non sanno come campare e rubano. Vedono la possibilità di vivere meglio e rubano, con la complicità di tutta la filiera, da capoufficio fino all’ultimo preposto. Il debito non serve se non a mantenere il potere ed i privilegi dei redditieri. Sarebbe l’ora di farla finita, o no?
È una strada lunga e impervia ma è l’unica percorribile. Moralizzare la vita pubblica e anche quella privata è essenziale. Perché non vi sembra un poco stonato che uno che prende a calci un pallone su un prato rettangolare possa guadagnare per ogni calcio che da quanto un deputato in un mese di attività? E il doppio di un professore di scuola? E non mi venite a dire che si tratta di ambiti diversi, perché si tratta invece di scegliere. Vogliamo una società di grandi pedatori, o una di bravi deputati e insegnanti? E magari medici, e ingegneri, e giuristi di livello, piuttosto che di calciatori, di soubrette, di cantanti e di attori? Ma come l’abbiamo ridotta questa società, per cui la rappresentanza popolare è così bistrattata e i giochi del circo sono così premiati?
Dobbiamo ricostruirlo questo sistema, daccapo. E così come per i tagli si deve cominciare dalla testa, anche per la società si deve iniziare daccapo, ovvero dalla logica del debito. È lì che si annida il nemico, la rendita finanziaria che sta strangolando con il debito il mondo intero. Ma dobbiamo farlo a partire da ora. Gli usurai aspettano i nostri tagli e li cercano, anzi li approvano in pieno, perché sono conformi ai loro interessi. Lo sono anche per i nostri, intendo per quelli del popolo italiano. Ma non siamo alleati degli strozzini in questo, sarebbe davvero follia pensarlo. Il vero nemico sono loro, i politici che stiamo buttando fuori dalla storia sono i loro camerieri. Si può ricostruire un palazzo buttando fuori i camerieri e non i padroni?